EGF Montopoli

Montopoli è il secondo capitolo del Concept Eco Green Food ed è situato nel Comune di Montopoli, in un sito fertile e umido, caratterizzato dalla forte presenza dell’acqua. Il progetto, diviso in fasi per venire incontro alle necessità di produzione agricola della committenza, prevede in primis la creazione di serre idroponiche alimentate da pannelli fotovoltaici integrati e la creazione di bacini idrici per l’irrigazione. In secondo luogo la preservazione dell’ecosistema naturale e la valorizzazione delle sue risorse sono state alla base della creazione del Biolago, attraverso un sistema di fitodepurazione per la rigenerazione e il mantenimento del delicato equilibrio naturale. Il dialogo necessario tra ambiente naturale e architettura, intesa come creazione di spazi fruibili ai fini dei bisogni umani, genera così un meccanismo di retroazione positiva in cui entrambe le parti ne beneficiano.


La natura calcarea del suolo lungo le sponde del fiume Farfa sul limitare del sito di progetto permette infatti la presenza di diverse forme di vegetazione: il bosco di palude, la boscaglia alveare, fino al bosco ripariale. Nel sottobosco il ciclamino, il bucaneve, gli anemoni e le orchidee, favoriscono la presenza di molte farfalle e libellule, mentre gli ambienti prativi vengono abitati da numerosi invertebrati con i bombi, le api solitarie, le formiche rufe e numerose varietà di coleotteri. Grande importanza per la fauna locale, rivestono i micro-habitat come le siepi formate da vari tipi di specie arboree, arbustive e da cespugli; lì trovano sostentamento e rifugio numerose specie di uccelli e di insetti. Elemento importante è l’influenza notevole di un’area protetta come la Riserva Naturale Tevere-Farfa adiacente al territorio della Comunità Montana.


Il biolago si organizza quindi attorno ad un sistema di passerelle rialzate, vasche di biofilia integrata e ponti sospesi per l’osservazione dell’area naturale. L’area umida viene mantenuta e implementata con la messa a dimora di specie autoctone che assorbono i sali minerali derivanti dalla decomposizione della sostanza organica, contribuiscono alla riduzione dei germi patogeni, e facilitano la sedimentazione delle particelle in sospensione, implementando l’ecosistema per le specie impollinatrici con specie come l’Iris pseudacorus, Mentha acquatica, Caltha palustris. Per il mantenimento dell’apporto idrico vengono installate chiuse agricole che consentono il riempimento di una vasca di raccolta a servizio dell’azienda agricola.


I sistemi di fitodepurazione per il trattamento delle acque agricole più comunemente utilizzati sono quelli con macrofite radicate emergenti e tra questi quelli a flusso sommerso sono quelli che hanno avuto il maggior sviluppo poiché risultano più efficienti in quanto: il medium di crescita, nei sistemi a flusso sommerso, fornisce una maggiore superficie di contatto per i microrganismi, responsabili dei processi depurativi, rispetto ai sistemi a flusso superficiale. La risposta al trattamento è più rapida e la superficie richiesta per l’impianto è minore rispetto a quella necessaria per sistemi FWS progettati per il trattamento dello stesso tipo di reflui. Nei sistemi a flusso sommerso il livello dell’acqua e l’accumulo dei detriti vegetali sulla superficie dell’impianto offrono una protezione termica maggiore che nei sistemi FWS. Nei sistemi a flusso sommerso il rischio dell’insorgenza di odori o dello sviluppo di insetti è molto limitato e, pertanto, l’area adibita all’impianto può essere utilizzata dal pubblico ed è possibile prevedere la dislocazione anche in prossimità di centri urbani, con un ottimale inserimento nell’ambiente circostante.

vertical farming technology

Una collaborazione con ch2olab

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...